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Orari di apertura

Il processo meditativo, qualsiasi esso sia, nella sua essenza condivide molti elementi comuni, indipendentemente dal nome o dalla tradizione da cui proviene. Tutte le forme di meditazione infatti mirano in primo luogo a calmare la mente e poi focalizzare l’attenzione per raggiungere uno stato di maggiore consapevolezza o connessione con una realtà sovra sensibile e più profonda.

Elementi comuni alle pratiche meditative:

Per giungere ad una Focalizzazione dell’attenzione ci sono vari modi. Può essere su un mantra (Meditazione Trascendentale), una preghiera (esicasmo), il respiro (mindfulness), un’immagine mentale (visualizzazioni). L’attenzione diviene concentrata e questo aiuta a calmare la mente e a ridurre le distrazioni.

Da qui il Riconoscimento, la consapevolezza dei pensieri che popolano la mente Tutte le tecniche infatti insegnano a vedere i pensieri che popolano la mente con distacco e non attaccarsi ad essi, non rimanerne prigionieri. Lobiettivo diviene lasciar andare quelli automatici e diventare padroni dei nostri contenuti di pensiero riportando la mente nel dominio dell’IO superiore.

Cosi in uno stato di calma e di presenza si arriverà a raggiunger un equilibrio psichico (mentale ed emozionale) che non sarà più il padrone della nostra vita.

La pratica meditativa, indipendentemente dalla tecnica, trae beneficio dalla regolarità e dalla ripetizione, da un ritmo di esse.

Alcune tradizioni, come l’esicasmo, puntano alla connessione con il divino; altre, come la mindfulness, a una connessione più consapevole con se stessi e il momento presente.

Differenze principali:

Le differenze tra le varie tecniche si trovano principalmente in ciò su cui si concentra l’attenzione e ciò che il praticante si propone di raggiungere:

Nella Mindfulness la consapevolezza del presente diviene mezzo per ridurre lo stress e vivere in armonia con la realtà.

Nella Meditazione Trascendentale si aspira a raggiungere uno stato di trascendenza attraverso la ripetizione di un mantra.

Nella meditazione Esicasta sarà una invocazione al divino o una preghiera continua e contemplativa che aiuterà a raggiungere l’unione con il Supremo.

Nella Meditazione buddhista (vipassana o zazen) si cerca di conoscere la natura della mente e la realtà attorno per sviluppare saggezza e compassione.

Le tecniche anche se di provenienza culturale, temporale e geografica diversa sono finalizzate allo stesso scopo e questo perché l’interiorità umana, la psiche o anima che si esprime tramite la mente umana, funziona in modi simili, indipendentemente dalla cultura o dalla religione. Diverso è il tempo ove ciò avviene ma nessuna di queste tecniche è localizzabile in epoche anteriori al V secolo avanti Cristo.
Perciò, molti percorsi spirituali e psicologici si avvalgono di uno stesso strumento declinato in maniere diverse. Ma i risultati che si cerca di ottenere sono analoghi: calma, consapevolezza, trasformazione ed evoluzione della coscienza.

Queste tecniche nascono da osservazioni universalmente umane sul funzionamento dell’anima umana (concetto su cui si ha spesso ed in molte persone molta confusione), ed il suo continuo movimento (i pensieri) e la necessità di pervenire ad punto focale per calmarla e metamorfosarla in uno strumento di evoluzione di sé stessa e dunque della coscienza.

Ciò che cambia, potremmo dire, sono un po’ le intenzioni e i contesti culturali, ma la struttura fondamentale del processo meditativo è molto simile tra le varie ‘tecniche’.

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