Telefono

+393493950399

Email

info@laviadelloyoga.eu

Orari di apertura

Diffidate da chi vi vuole vendere qualche corso di meditazione dell’ultima ora e di chi vanta le sue gesta di meditante.
Meditare è cosa seria e complessa ed è punto di arrivo di una grande pratica e disciplina. Non è moda, ne chiacchiere da aperitivo. Chi medita, non lo dice.

Pratica di avvicinamento alla meditazione 5 passaggi per trasportarci da uno stato ordinario di distrazione della nostra coscienza, (sempre attirata da qualcosa), ad uno stato più profondo di presenza della coscienza a se stessa che ci traghetterà verso lo stato meditativo.

1. Attenzione alle sensazioni e trasmissioni del corpo
2. Attenzione al respiro
3. Attenzione ai pensieri
4. Eliminazione dei pensieri
5. Stato di silenzio   

1. Attenzione alle sensazioni e alle trasmissioni del corpo

Il punto di partenza è il più immediato degli strumenti a nostra disposizione: il corpo. Spostiamo volontariamente l’attenzione su dettagli apparentemente banali che lo riguardano, come cinture, abiti stretti, elastici, sedie scomode, fermacapelli, occhiali, freddo o caldo. Una volta “silenziati” questi piccoli disturbi fisici, portiamo l’attenzione alla postura.

Osservazione: com’è la nostra postura?

Siamo accartocciati su noi stessi e asimmetrici, oppure manteniamo una posizione armoniosa? Come siamo seduti? Esaminiamo la colonna vertebrale: è eretta? Il mento è retratto e parallelo al suolo? Il bacino è in una lieve anteroversione?

Ascoltiamo e osserviamo interiormente la postura. Questo primo stadio di consapevolezza si basa sulla concentrazione e può essere mantenuto a lungo, rivelandosi un’eccellente pratica per acquietare la coscienza

Spostamento dell’attenzione sul respiro. L’attenzione, ora è più concentrata rispetto all’inizio e questo stato di maggiore presenza ci conduce con più facilità ad accorgerci del respiro. Osserviamone l’andamento naturale. Dirigere delicatamente e progressivamente l’attenzione sul respiro semplicemente osservandolo intensifica la concentrazione e permette di raggiungere un primo apprezzabile stato di presenza e lucidità della coscienza

Osservare i pensieri che arrivano. Non appena inizierà a calare un po’ di silenzio, la nostra parte automatica, vorrà impedirlo. Così cominceranno a presentarsi una serie di pensieri nella speranza che qualcuno di essi attiri la nostra attenzione e ci distolga dal nostro intento di silenziare gli impulsi che sfilacciano la coscienza. Accadrà senza che ce ne accorgiamo; molto presto ci ritroveremo trascinati per i capelli nel mare magnum dei miliardi di pensieri automatici e non voluti che normalmente popolano la nostra sfera mentale. Paure, preoccupazioni, incombenze, appuntamenti, dimenticanze, rimorsi, riflessioni, richieste di urgentissime soluzioni… etc. Questo è un attacco e quando lo riconosceremo, con delicatezza dovremo aiutare la nostra coscienza a tornare al conquistato stato di quiete di poco prima. Osserviamo gli ospiti arrivati ed andiamo a dire alla coscienza di tornare ad osservare il respiro ed ascoltare il silenzio. Nulla di più. Tornare al tema che ci eravamo proposti. Questo spostamento è una prima forma concentrazione che inizia la pulizia della zona mentale dai pensieri automatici. 

Siamo ad un primissimo stato di presenza o meditazione ma ancora non stabile. Si può ancora facilmente scivolare dallo stato di presenza a quello di distrazione. Perseveriamo; quando sentiamo arrivare la distrazione o se è già arrivata, la osserviamo e le chiediamo di accomodarsi fuori.  Ed è questo che fa si che lo stato di presenza si intensifichi sempre di più portando al quinto passo ove si è nello stato di presenza

Siamo nello stato di presenza stabile ove si è spento il personaggio, l’ego

A questo punto possiamo iniziare la vera pratica meditativa che consiste nell’essere consapevoli di questo stato di presenza.
Lo stato di presenza è uno stato di integrazione con il nostro superiore e permette di poterne ascoltare la voce.
Eliminati tutti i pensieri automatici, possono fluire al nostro strumento di lettura della coscienza, il cervello, solo pensieri superiori: gli archetipi.
Il mondo delle cause prime, non filtrate dal mondo della materia può finalmente dialogare con noi. In quello stato abbiamo superato le forme di attrazione che tengono imprigionata l’anima nel basso astrale ed essa smette di fare gli interessi della materia ma si collega allo spirito che finalmente può iniziare a manifestare la sua volontà tramite i nostri strumenti corporali.

Articoli consigliati