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Partiamo da una domanda:
La genetica può spiegare le caratteristiche dell’interiorità ovvero il modo di fare di una persona, le sue inclinazioni, i talenti, le disposizioni, i temperamenti e cosi via”?

Studi su gemelli e famiglie hanno mostrato che molti aspetti della personalità, delle inclinazioni e dei talenti sono modellati sia da una base genetica che da una ambientale.
Si dice che la genetica possa influenzare alcune caratteristiche dell’interiorità ma anche le capacità cognitive e quelle musicali o artistiche.
E viene detto che il loro manifestarsi ed il loro sviluppo dipende anche dall’ambiente – educazione, cultura, traumi, relazioni o da fattori prenatali come Posizione nell’utero, Flusso sanguigno, Ormoni materni.

Aggiungono le Neuroscienze che vi è una relazione tra il funzionamento del cervello, la genetica ed i fattori ambientali. Si chiama neuro plasticità del cervello concetto che indica l’adattamento dei suoi percorsi neuronali alle esperienze e da questi le modifiche di tratti caratteriali e capacità dell’individuo.
Il senso delle ricerche vuol dimostrare dunque come, piccole variazioni prenatali, iniziali o successive possono, anche amplificandosi nel tempo, far si che i gemelli sviluppino tratti di personalità divergenti. Con queste ricerche la scienza cerca di spiegare il perché delle differenze tra individui.

Bene, tutto questo ha certamente aspetti di verità. Ma come si spiega allora che due gemelli omozigoti che condividono lo stesso DNA, possano anche in tenerissima età, anche quando nemmeno sanno parlare avere reazioni all’ambiente anche diametralmente opposte”?
E davvero queste inezie ambientali e genetiche, possono spiegare grandi diversità tra fratelli? La genetica, i fattori ambientali o prenatali arrivare anche a spiegare la genialità? Possono spiegare che in una stessa famiglia, gemelli o meno, un figlio sia un idealista amante del bello e della vita ed un’altro un delinquente auto distruttivo”?

Le spiegazioni di neuroscienze, epigenetica e sviluppo infantile si fermano davanti a questo.

Se due gemelli omozigoti, sin dalla nascita, mostrano reazioni molto diverse, la scienza cerca di spiegare queste differenze come abbiamo accennato poc’anzi ma riconoscendo anche i suoi limiti. Infatti, alcuni fenomeni, come il libero arbitrio o la soggettività dell’esperienza umana, sono ancora molto difficili da inquadrare o sondare con precisione scientifica. Questo significa che ci sono fattori più profondi in gioco. Ma qui la scienza va in blocco.

E se a questo punto di stallo ci relazionassimo con la possibilità di una ‘Teoria delle ripetute vite terrene‘ per cui le caratteristiche individuali prendono origine principalmente da queste vite e non solo dall’ereditarietà (che certo conta) e dall’ambiente (che certo conta) dalla neuroplasticità (che certo conta) lasciando ad esse un margine ben più ristretto”

L’idea della reincarnazione o di vite precedenti come origine delle caratteristiche individuali è presente in molte tradizioni filosofiche e spirituali, dall’induismo al buddismo, o correnti del pensiero occidentale come il platonismo ed il cristianesimo esoterico.

Se adottassimo questa prospettiva, potremmo spiegare le differenze tra gemelli omozigoti (e più in generale tra individui) non tanto come il risultato di fattori genetici o ambientali, ma come l’espressione di un percorso evolutivo dell’anima e dei risultati elaborati dallo Spirito.
Se accogliessimo per un attimo questa possibilità sarebbe molto più semplice e logico spiegare che: le inclinazioni di ogni individuo che appaiono alla nascita sono un bagaglio che porta con sé grazie ad esperienze provenienti da vite precedenti.
Carattere, talenti e disposizioni come frutto di ciò che si è vissuto prima, piuttosto che di fattori casuali o biologici arrivati dopo la nascita.
Con questa visione allora il corpo fisico e la genetica diverrebbero preziosi strumenti per esprimere una realtà più profonda, che esiste prima della nascita e oltre la morte.

Con questo cambio di prospettiva avremmo numerosi vantaggi e sentiremmo di meno le unghie aggrapparsi sugli specchi.
Questa prospettiva spiega molto efficacemente perché alcuni bambini mostrano talenti straordinari senza alcuna influenza evidente dall’ambiente.
Giustifica le profonde differenze caratteriali tra gemelli omozigoti.
Fornisce una base per il concetto di “destino” o “vocazione”, inteso come il risultato di un cammino individuale iniziato prima della vita attuale.

Certo, con gli strumenti che abbiamo predisposto sulla terra legati all’empirismo, non siamo di fronte ad una teoria verificabile con i metodi della scienza moderna, che si basa sull’osservazione, la sperimentazione, la ripetibilità. Ma se cerco di spiegarmi il comportamento dell’acqua con le teorie sui gas, difficilmente arriverò ad una spiegazione convincente.
Forse il problema non sta nella ‘non probabilità’ della teoria, ma nella carenza di strumenti conoscitivi della stessa. In assenza dei quali, l’unica solida base sulla quale pensare, diventa la logica.
Osservando i fattori in gioco, chiedere alla logica quale o quali di essi abbiano più senso logico per spiegare i fenomeni dati.
Se ipotizzassimo come logicamente possibile una teoria di ripetute vite terrene ciò implicherebbe che l’identità di una persona è molto più grande di ciò che appare nella singola vita. Invece di essere solo il risultato del DNA e delle circostanze, saremmo esseri in evoluzione su un arco temporale molto più ampio.

Trovate questa ipotesi più convincente rispetto alle spiegazioni scientifiche attuali?

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