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La meditazione è cosa seria, diffidate da chi vi vuole vendere qualche corso di meditazione per principianti. La meditazione è complessa ed è un punto di arrivo di una grande pratica e di altrettanta disciplina. Tratto qui 5 passaggi che possono dare una traccia su cui poggiare la nostra pratica verso la meditazione e che ci possono aiutare a portarci da uno stato ordinario di distrazione della nostra coscienza sempre attirata da qualcosa, al suo stato di presenza più profondo a se stessa. Sarà questo stato di profonda presenza a se stessi, la porta verso lo stato meditativo.

1. Attenzione alle sensazioni del corpo
2. Attenzione al respiro
3. Attenzione ai pensieri
4. Eliminazione dei pensieri
5. Stato di silenzio   

Vediamo queste 5 tappe

  1. Si parte ovviamente dal più immediato degli strumenti, il nostro corpo spostando la nostra attenzione su di esso. Questo significa silenziare in primo luogo le cose più banali che creano p possono creare disturbo. Cinture, elastici, sedie scomode, fermacaapelli, occhiali, freddo, caldo, etc…. Dopodiché si passa all’attenzione alla postura. Seduti preferibilmente su una sedia senza appoggiarsi allo schienale o su un tappeto. Colonna eretta, mento retratto e parallelo al suolo, anteroversione del bacino. Un segreto? Immaginiamo che qualcuno ci guardi. La postura che è bella…? Lo spostamento dell’attenzione sulla postura cioè sulle sensazioni del corpo è un gesto non facile perché l’ego non è d’accordo perché vuole continuare a pensare ad i fatti suoi e non vuole perdere la presa e l’energia di una attenzione che si sposta da lui per dirigersi sulle sensazioni corporee. Dunque questo primo passo è molto importante per iniziare a togliere potere all’ego. Questo primo stadio della concentrazione, come gli altri 4, può essere mantenuto molto a lungo ed è una eccellente forma di acquietamento della coscienza.
  2. Spostamento dell’attenzione sul respiro. Lo spostamento dell’attenzione, che ora è più concentrata rispetto all’inizio del processo, si fa sull’andamento naturale del respiro. Spostare l’attenzione delicatamente e progressivamente sul respiro solo osservandolo intensifica la concentrazione e permette di raggiungere un primo apprezzabile stato di presenza e lucidità della coscienza
  3. Osservare i pensieri che arrivano. Non appena inizia a calare il silenzio, la nostra parte automatica, vorrà impedirlo. Così inizieranno a presentarsi una serie di pensieri nella speranza che qualcuno di essi attiri la nostra attenzione e ci distolga dal nostro intento di silenziare gli impulsi che sfilacciano la coscienza. Questo avverrà senza che ce ne accorgiamo, ci ritroveremo molto presto trascinati per i capelli nel mare magnum di pensieri automatici che normalmente popolano la nostra sfera mentale. Cominceranno ad emergere pensieri, distrazioni, paure, preoccupazioni, devo telefonare a tizio, fare questo e quello… etc. Dovremo essere in grado di riconoscere questo attacco e procedere con delicatezza a tornare al nostro stato di quiete. Osserviamo ciò che è arrivato ed andiamo a dire alla nostra coscienza di tornare ad osservare il respiro ed ascoltare il silenzio. Nulla di più. Tornare al tema che ci eravamo proposti. Questo spostamento è una prima forma concentrazione che inizia la pulizia della zona mentale dai pensieri automatici. 
  4. Siamo ad un primissimo stato di presenza o meditazione ma ancora non stabile. Si può ancora facilmente scivolare dallo stato di presenza a quello di distrazione. Noi perseveriamo; quando sentiamo arrivare la distrazione o se è già arrivata, la osserviamo e le chiediamo di accomodarsi fuori.  Ed è questo che fa si che lo stato di presenza si intensifichi sempre di più portando al quinto passo ove si è nello stato di presenza
  5. Siamo nello stato di presenza stabile ove si sono spente le grinfie dell’ego

A questo punto possiamo iniziare la vera pratica meditativa che consiste nell’essere consapevoli di questo stato di presenza. Lo stato di presenza è uno stato di integrazione con il nostro superiore e permette di poterne ascoltare la voce. Eliminati tutti i pensieri automatici, possono fluire al nostro strumento di lettura della coscienza, il cervello, solo pensieri superiori: gli archetipi.
Il mondo delle cause prime, non filtrate dal mondo della materia può finalmente dialogare con noi. In quello stato abbiamo superato le forme di attrazione che tengono imprigionata l’anima nel basso astrale ed essa smette di fare gli interessi della materia ma si collega allo spirito che finalmente può iniziare a manifestare la sua volontà tramite i nostri strumenti corporali.

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